La formazione in tema di salute e sicurezza dopo la pandemia: sfide e soluzioni nell’era della modalità sincrona

La formazione in tema di salute e sicurezza dopo la pandemia: sfide e soluzioni nell’era della modalità sincrona

Pubblichiamo un interessante articolo redatto dalla ns. associazione Aifos “La formazione in tema di salute e sicurezza dopo la pandemia: sfide e soluzioni nell’era della modalità sincrona”

Le problematiche e le possibili soluzioni nella formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro in modalità sincrona con le novità introdotte nella fase post-pandemia.

L’articolo esplora le problematiche e le possibili soluzioni nella formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro in modalità sincrona con le novità introdotte nella fase post-pandemia. La Legge n. 52 del 2022 ha infatti introdotto la possibilità di formazione sincrona, ma l’assenza di linee guida specifiche ha portato a criticità formali e didattiche. Indipendentemente dallo strumento utilizzato, si sottolinea l’importanza di concentrarsi sugli obiettivi di apprendimento e sull’individuo, stimolando l’interazione e il coinvolgimento degli studenti. Un approccio interdisciplinare e centrato sull’individuo è essenziale per una formazione efficace che contribuisca alla sicurezza sul lavoro.

Uno sguardo al presente e al futuro: la formazione in tema di salute e sicurezza sul lavoro in modalità sincrona

A seguito dell’esperienza maturata durante l’emergenza pandemica che ha visto la nascita di moltissimi corsi di formazione a distanza nati per sopperire alla necessità di continuare a svolgere le attività formative necessarie, la Legge n.52 del 2022 ha sancito che la formazione in materia di salute e sicurezza, se non prevede addestramento o attività pratiche, può essere svolta in sincrono (videoconferenza sincrona) seguendo le modalità ad oggi valide per l’erogazione dei corsi in aula fisica. Le prime tecnologie di “videoconferenza” sono apparse negli anni ’80 e la loro caratteristica principale è quella simulare l’ambiente dove per tutti coloro coinvolti nel processo formativo (docenti, tutor, discenti e organizzatori) è possibile interagire in tempo reale. In attesa che il legislatore fornisca le istruzioni precise circa l’utilizzo di tale metodologia, è evidente come negli ultimi mesi, l’erogazione di corsi a distanza, non definiti da specifiche linee guida e regole, abbia fatto emergere a riguardo molte criticità di natura formale e didattica.

È noto come la formazione in materia di salute e sicurezza sia obbligatoria: il Datore di Lavoro deve prevederla per i propri lavoratori, i quali hanno diritto e dovere di parteciparvi. Considerato tutto ciò, è chiaro che da un punto di vista formale un corso erogato in sincrono, che non prevede un ambiente fisico e di conseguenza nessun tipo di controllo, rende spesso complicata la fase di accertamento delle presenze: è vero che molte delle principali piattaforme utilizzate per la formazione a distanza prevedono di tracciare elettronicamente la presenza durante le attività didattiche, ma nessuno di questi sistemi può ancora verificare l’elemento più importante: l’effettiva partecipazione e attenzione del discente. Su questo tema non riteniamo opportuno soffermarci ulteriormente in questo articolo dato che è in fase di redazione un Accordo Stato – Regioni all’interno del quale si spera saranno affrontati in modo sistemico gli aspetti puramente formali della formazione in sincrono. Ci soffermeremo invece su un altro aspetto a nostro giudizio essenziale, quello legato alla reale efficacia formativa di percorsi erogati con queste modalità che, se da un lato offrono enormi potenzialità e presentano numerosi vantaggi per le organizzazioni e i discenti (ad esempio comodità, un minor impiego di tempo dovuto agli spostamenti, maggior accessibilità a sistemi multimediali ecc.), dall’altro presentano chiaramente delle criticità tra le quali la più evidente è quella della perdita del contatto diretto tra docente e discenti. I corsi in modalità sincrona tendono infatti a isolare il discente, ad aumentare la passività nella fruizione dei contenuti e quindi ad abbassarne velocemente la soglia di attenzione. Lo schermo tende ad isolare. A tutto questo spesso si aggiunge una generale difficoltà da parte dei formatori nell’adattarsi allo strumento utilizzato da un punto di vista metodologico e didattico: una certa pigrizia che troppo spesso porta ad una monotonia nel processo formativo e che induce il docente a reiterare in aula virtuale le stesse modalità utilizzate nella formazione classica in presenza. Come possiamo immaginare, tutto ciò ha contribuito ad abbassare drasticamente la qualità dell’azione formativa.

Una formazione a distanza con al centro “la persona”

È quindi importante focalizzarsi su quale sia il modello formativo più efficace da proporre per la formazione in sincrono in ambito dei percorsi di formazione sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Non possiamo fare a meno di sottolineare che, nonostante da circa sedici anni il legislatore abbia sancito che la formazione debba essere adeguata e sufficiente, il numero di infortuni e malattie professionali rimanga tristemente cospicuo. Ciò porta a pensare che, in genere, la formazione in questo ambito, troppo spesso, sia effettuata solo per rispettare il precetto normativo. Questo aspetto supporta l’esigenza di concentrarsi prima di tutto sulla “piena chiarezza degli obiettivi di apprendimento” indipendentemente dallo strumento utilizzato per la formazione: ancora oggi è vivo il dibattito tra i sostenitori della formazione d’aula e i sostenitori di quella caratterizzata da nuove tecnologie, ma riteniamo che sia più importante capire gli elementi che rendono efficace una formazione in sincrono, anziché concentrarsi sul bisogno di dimostrare quale sia la migliore tra le due modalità formative.

Quindi approfondendo tale argomento, è utile prima di tutto partire dai concetti chiave della formazione dell’adulto tenendo presente che spesso il discente è un lavoratore/addetto alla sicurezza e non nutre necessariamente uno spontaneo interesse verso le attività formative in tema di salute e

sicurezza sul lavoro e verso le quali può talvolta esprimere comportamenti di rifiuto o di opposizione. Un buon formatore dovrà quindi prima di tutto promuovere l’apprendimento inteso come l’azione di cogliere quello che viene trasmesso e farlo proprio in modo che sia profondo, duraturo e consapevole. Questo tipo di apprendimento è quindi reso possibile anche dalla presenza di motivazione, attenzione e percezione di auto-efficacia dei dicenti, fattori che contribuiscono a promuovere o tenere vivo l’interesse verso i contenuti trasmessi in quello specifico momento formativo. In questo modo si crea quindi una base che favorisce l’apertura all’apprendimento da parte dei discenti.

Nel caso della formazione in sincrono, potrebbe apparire decisamente più impegnativo, dato che ci muoviamo all’interno di un’aula virtuale dove l’interazione tra il formatore e i discenti e tra i discenti stessi non avviene per vicinanza fisica, ma per mezzo della tecnologia. I rapporti sociali si trovano quindi a vivere all’interno di una realtà alternativa ma pur sempre una realtà, quindi con un impatto emotivo sulla persona che non è immediatamente evidente, ma che deve essere immaginato, considerato e trattato con cura dal formatore. È compito di questa figura quindi trovare strategie per incitare l’interesse della classe cercando di promuovere la cooperazione e lo scambio. Nella formazione in sincrono tutto questo ha spiccatamente un ruolo di primo piano considerando il fatto che il formatore non ha a disposizione lo strumento del contatto diretto che rende tutto molto naturale e spontaneo e che permette di cogliere aspetti non verbali che riguardano il linguaggio del corpo ovvero la comunicazione non parlata tra persone. Il discente dovrebbe avere sempre la percezione che dall’altra parte dello schermo ci sia qualcuno che lo vede e lo può ascoltare davvero. Per riuscire in questo prima di tutto occorre che il formatore sia attento alle esigenze della classe fornendo le risposte sia in chat (per chi, per esempio, ha problemi di connessione) che verbali in tempo reale. Così potrà far sentire la sua presenza e la sua attenzione nei confronti della classe. Da qui segue la necessità di pianificare bene il proprio tempo: un “tempo prima” per predisporre i materiali, ma anche un “tempo durante”, di dialogo, quello che si spenderebbe con la classe in una lezione in presenza: consultazione, ascolto, apertura. Ricordiamoci inoltre che si sta parlando di un processo “attivo” dove i discenti stessi, se sono coinvolti nelle decisioni relative agli obiettivi da raggiungere e se ritengono che ciò che viene appreso sia utile e applicabile al proprio contesto lavorativo nel breve periodo, sono più motivati e di conseguenza più collaborativi e recettivi. Questo ci conduce ad un altro punto importante: incoraggiare la creazione di progetti di gruppo il più possibile inerenti agli interessi e alle necessità professionali comuni. Molto importante a tal fine è la presenza di un “Tutor d’aula” che può favorire lo scambio di idee, impressioni e stimolare confronti sugli argomenti trattati. Tutto ciò contribuisce a rendere l’esperienza formativa più stimolante all’interno del contesto classe, anche se si opera con una formazione a distanza. Chiediamoci adesso come tutto questo possa essere reso possibile. Qui emerge l’importanza di un buon formatore dotato di empatia, veicolata attraverso le parole, l’attenzione e la capacità di coinvolgimento della classe e, nello stesso tempo, come abbiamo già anticipato, l’importanza della figura del tutor il cui compito è facilitare l’apprendimento e favorire il mantenimento dell’interesse e dell’attenzione dei discenti. Sia il formatore che il tutor hanno un ruolo fondamentale al fine della riuscita di un corso di formazione in sincrono: stimolare “l’espressione spontanea” privilegiando i modi che lasciano emergere la personalità (per esempio quelli dialogici) al fine di conoscere o comunque di immaginare l’altro. Altrimenti, la povertà dei canali virtuali svuota la relazione formativa e quello che si ottiene è una formazione piatta che probabilmente non lascerà un adeguato “apprendimento” nei discenti. Infine, per una buna riuscita dell’attività formativa in sincrono è importante prestare attenzione alla buona qualità dei materiali didattici in termini di contenuto, aggiornamento, fruibilità e completezza. È infatti molto importante promuovere l’interazione con i materiali didattici del corso, integrandoli e ampliandoli a seconda dei propri interessi: altrettanto importante è curare il calendario didattico in modo che sia adeguatamente strutturato, ma nello stesso tempo flessibile a seconda delle necessità individuali.

Se verranno considerati adeguatamente questi aspetti avremo molte possibilità di rendere vincente anche un corso di formazione a distanza; i fattori che spesso ne determinano l’abbandono precoce potranno essere in questo modo ben gestiti e colti in anticipo dal formatore con la conseguenza di avere un impatto minore perché percepiti meno disturbanti dal discente. Ad esempio, momenti negativi come l’isolamento, il senso di abbandono, la noia e la stanchezza psicofisica dovuta alla staticità del computer, la difficoltà di espressione, d’interazione o d’integrazione all’interno del gruppo e nell’utilizzo degli strumenti informatici saranno gestiti meglio dal singolo discente perché vissuti all’interno di un contesto che presta attenzione al singolo e all’intera classe che a questo punto è davvero un “gruppo classe” nel vero senso del termine.

Per quanto riguarda invece lo scarso coinvolgimento dovuto ad una formazione piatta, poco stimolante e poco coinvolgente, che rappresenta un fattore di primo piano nell’abbandono di un corso di formazione a distanza anche in sincrono, saranno prevenuti attraverso una formazione dinamica ed attiva ovvero una formazione che si avvale di metodologie che stimolano il coinvolgimento, la partecipazione e l’azione dei discenti.

Conclusioni

Da quanto esposto sopra, possiamo concludere che in una situazione in cui la formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro sta attraversando  un cambiamento significativo (accentuato dalla pandemia) verso il sempre più frequente utilizzo della modalità formativa sincrona, sia assolutamente necessaria un’attenzione particolare ai contenuti che veicola e che riguardano una formazione fondamentale che è quella sulla salute e sicurezza dei lavoratori. Riteniamo che il problema principale sia nell’impostazione della formazione ovvero nell’approccio formativo classico e standardizzato che risulta poco incisivo anche nella formazione in presenza e che, se viene utilizzato anche nella modalità online sincrona, rischia ancora di più di rendere inefficace l’attività formativa. È importante, di conseguenza, stimolare la forma mentis di chi si occupa di formazione in sincrono verso un approccio di tipo dinamico e orientato al coinvolgimento. L’erogazione di corsi “di qualità” in sincrono possono essere infatti viste come delle vere e proprie sfide legate in particolare alla difficoltà di adottare un approccio attento all’ergonomia organizzativa e ai principi dell’andragogia.

Siamo convinti inoltre che la discussione tra formazione in presenza e formazione online, anche in attesa di un intervento normativo che chiarisca i suoi aspetti pratici, formali, didattici e metodologici, vada superata in quanto l’esigenza non è tanto scegliere una metodologia piuttosto che un’altra, ma dare priorità alla chiarezza degli obiettivi di apprendimento e alla qualità della formazione, troppo spesso compromessa da metodiche di formazione standardizzate e da una mancanza di competenze professionali specifiche che riguardano proprio le basi della formazione.

Un approccio interdisciplinare e sistemico, incentrato sul “fattore umano” e sulla promozione della partecipazione attiva, deve essere centrale. Strategie mirate alla cooperazione virtuale e a gestire i fattori che possono portare all’abbandono del percorso, contribuiscono al successo della formazione a distanza. Infine, un approccio partecipativo con l’aiuto di un tutor che guidi verso l’educazione con obiettivi chiari e indicatori di risultato, è fondamentale per garantire una formazione efficace che contribuisca al miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro.

 

Autori

Niccolò Lapi (1), Irene Fabbri (1), Matteo Micheli (2), Sara Landini (1), Renzo Capitani (1)

(1) Università degli Studi di Firenze – CESPRO (Centro di Servizi di Ateneo per la formazione in Materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro)
(2) Ergonomo

Bibliografia

Formiconi, A. R., La tortuosa via della didattica online nell’università. Studi sulla formazione, vol. Anno XIX, 2016, pp. 105-132.

  1. Calvani & R. Trinchero, Dieci falsi miti e dieci regole per insegnare bene, Carocci, 2019, ISBN: 9788874668144.

Stefanini A. Le emozioni: patrimonio della persona e risorsa per la formazione. Milano, Franco Angeli, 2013, ISBN: 9788820428846.

Fensie, A. (2023). A conceptual model for meeting the needs of adult learners in distance education and e-learning. International Journal of Advanced Corporate Learning, 16(2), 37–56.

Fata A. Gli aspetti psicologici della formazione a distanza. Milano, Franco Angeli, 2004, ISBN: 9788846455741.

Il progetto è stato selezionato da AIFOS e premiato con il “Premio Innovazione 2017”

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